Nella stanza di terapia si parla spesso di soldi, e non soltanto perché la psicoterapia si basa su un accordo regolarmente fatturato e pagato, ma più spesso perché i soldi sono veicolo di altri significati che inevitabilmente si intersecano con ambiti tanto importanti nella vita di una persona: la famiglia, il lavoro, la relazione di coppia, le relazioni con le altre persone.
I processi che ci portano a prendere decisioni sui soldi, infatti, possono dirci molto di noi stessi, della nostra storia, dell’immagine che ci siamo costruiti di noi nel corso del tempo, di come funzioniamo e di come tendiamo a muoverci nella vita.
Quando si parla di soldi e lavoro, specialmente nel mondo della libera professione e delle partite iva, possono far capolino alcune difficoltà legate, ad esempio, a scegliere quanto farsi pagare o a chiedere i soldi che spettano per la prestazione offerta.
Soldi come riconoscimenti di valore
I soldi sono riconoscimenti di azioni, competenze e valore. Anche quando a un livello cognitivo ci si riconosce il diritto di essere pagati adeguatamente per il proprio lavoro, quantificare e rivendicare il valore della propria prestazione – e dunque attribuirgli un costo, e poi farselo corrispondere – comporta confrontarsi anche con una parte più profonda di sé, che guida, dà permessi, mette divieti e ci ricorda, tra le altre cose, cosa pensiamo di noi stessi, come ci valutiamo, quanto valore ci attribuiamo come persone e quanto pensiamo di produrne come professionisti.
Nel confronto con il nostro mondo interiore possiamo imbatterci in obiezioni (ad esempio, su quanti soldi possiamo chiedere – noi, proprio noi, e non qualcun altro) e svalutazioni (di noi o del nostro operato), il cui senso è da ricercare nella nostra storia, negli apprendimenti e nei modelli familiari e culturali, nelle strategie che abbiamo trovato per confermarci qualche idea che ci riguarda come persone in grado (o non in grado) di.
Se nel nostro percorso di vita, per qualche motivo non individuabile a priori, ci siamo fatti l’idea di non meritare quanto vogliamo (in generale, non solo in riferimento ai soldi), potrebbe essere complicato dichiarare il valore del nostro lavoro, rispettarlo e farlo rispettare.
Una visione di sé da nutrire
Vale la pena, allora, guardare più da vicino quell’idea di sé, scoprire da dove arriva, nutrirla amorevolmente e con pazienza di quel che le è mancato. Ché riconoscerla e farle la lotta pur di tentare di perseguire i propri desideri, oltre a richiedere tanta altra fatica, spesso non basta a perseguirli davvero.
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