Noi persone non ci scegliamo a caso. Al contrario, siamo generalmente attratte e coinvolte da chi ci fa sentire in qualche modo a casa. Nella costruzione dei nostri legami, infatti, è il senso di familiarità a guidarci, ossia la sensazione, di solito del tutto inconsapevole, di aver già visto, conosciuto, vissuto ciò che sta capitando in quell’interazione e che captiamo nella persona che a un certo punto facciamo entrare nella nostra storia.
Ciò che conosciamo ci fa sentire al sicuro, perché ci consente di muoverci entro margini già noti e prevedibili, che percepiamo quindi come controllabili, anche se non ci piacciono o, come spesso capita, ci fanno soffrire.
Così, può capitare, ad esempio, di desiderare partner, amici e persone finalmente affidabili, attente, accoglienti, eppure continuare a sceglierne di distratte, giudicanti, distanti, replicando inconsapevolmente i drammi vissuti in casa fin da quando si era piccini.
Rivivere il passato nel presente
In molte storie alcune scelte possono apparire inspiegabili, persino assurde, eppure un senso ce l’hanno: del resto, non è facile mettere a tacere dentro di sé le aspettative delle bambine e dei bambini che siamo stati, i bisogni rimasti a bocca asciutta, le ferite lasciate aperte o riparate con rimedi di fortuna. Le relazioni nuove di zecca, ma con persone in cui la nostra parte bambina intercetta quel qualcosa di noto e familiare, diventano così un ottimo luogo in cui tentare di (ri)prenderci ciò che sentiamo come un diritto e che, come è naturale che sia, non abbiamo smesso di desiderare solo perché non ricevuto – nella nostra percezione o nella realtà, poco importa.
Il risultato che si rischia di ottenere, però, è ritrovarsi a sperimentare gli stessi vissuti di allora. A sentirsi persone di nuovo e ancora sbagliate dinanzi a una critica, spaventate nel vedere l’altro arrabbiato, sole accanto a compagni distanti.
Tentativi mal riusciti di riscrivere la propria storia
Le storie d’amore che non sono andate o non vanno come avremmo voluto, a partire da quelle familiari, passando per quelle sentimentali e amicali della nostra vita, diventano pezzi importanti della nostra storia, specialmente quando vanno proprio come temevamo andassero: male, ancora una volta.
Di fatto, ritrovarsi ciclicamente nelle stesse dinamiche relazionali è l’ennesimo tentativo andato male di riscrivere la propria storia.
I nostri vissuti, infatti, contribuiscono a confermare un’idea della vita, di noi e delle relazioni con le altre persone che portiamo avanti da tempo, verosimilmente fin da bambini.
È proprio quell’idea che, a sua volta, tiene vivo un circuito relazionale da cui tentiamo disperatamente di tirarci fuori e in cui puntualmente, invece, ci ritroviamo immersi.
Cambiare sé stessi per cambiare le proprie relazioni
Per contribuire a costruire e vivere relazioni più appaganti e solide, allora, abbiamo da mettere le mani nelle credenze che abbiamo fatto nostre mentre la nostra storia prendeva forma. Andarle a conoscere, dar loro un senso e uno spazio-tempo, può darsi anche far pace con scelte, esperienze, persone.
Renderci consapevoli delle nostre modalità relazionali, anche quelle inconsce, per non esserne più in balìa. Darci la possibilità di individuare le alternative che credevamo di non poter neppure desiderare.
Scegliere intenzionalmente dove e come vogliamo stare, ma non senza prima aver trovato il nostro modo, ora che siamo adulti, di procurarci ciò che ci è mancato.
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