Ricevo spesso messaggi e email da chi fa fatica a digerire le critiche che riceve dagli altri, al lavoro, a scuola, a casa, nella propria relazione di coppia; percepisce insopportabile il loro peso, perché quando si sente giudicato inizia a sua volta a darsi addosso e a (ri)mettere in discussione ogni cosa, buttandosi giù, credendosi incapace, sentendosi fuori posto, senza valore, tutto sbagliato.
La richiesta che ricevo di solito, suona più o meno così: come si fa, invece, a rimanerne indifferente, lasciandosi scivolare addosso le critiche degli altri, così da non soffrirne più?
Ho pensato allora di scrivere un post sull’argomento, per mettere insieme qualche spunto di riflessione utile a gestire le critiche ricevute, piuttosto che lasciarsi distruggere da esse.
Se senti crollarti il mondo addosso ogni volta che qualcuno giudica negativamente le tue parole, i tuoi gesti, i tuoi modi di fare, i tuoi risultati, e qualsiasi altra cosa ti riguardi, questo post può essere di aiuto anche a te.
Critiche costruttive o distruttive?
Anche se ti senti ferito quando qualcuno muove una critica nei tuoi confronti, non tutte le critiche sono distruttive. Al contrario, alcune possono rivelarsi utili, o addirittura preziose per crescere e migliorarsi.
Le critiche sono distruttive quando attaccano l’essenza e il valore di una persona, sia verbalmente che nei toni di espressione, generalmente aggressivi e rabbiosi. “Sei stupido”, “non vali niente”, “sei troppo fragile”, ad esempio, sono affermazioni che incidono negativamente sulla autostima di chi le riceve, perché, oltre a screditare le capacità e il valore di quella persona, escludono la possibilità che questa possa essere diversa – leggi: migliore – di come viene descritta.
Diversamente, le critiche costruttive hanno una utilità, in quanto si riferiscono al comportamento e non al modo di essere di qualcuno; comportamento, che in quanto tale, è giudicabile, modificabile e migliorabile.
Criticare costruttivamente, in sostanza, significa giudicare sbagliata una azione e comunicarla a chi l’ha compiuta, mantenendo il focus sul comportamento ritenuto inappropriato e su cosa avrebbe potuto fare di diverso per evitare quell’errore.
Un esempio concreto? Quando cucini un nuovo piatto seguendo una ricetta che non conosci, ma salti un passaggio e il risultato che ottieni è diverso da quello atteso: hai commesso un errore nel seguire le indicazioni, ma il fatto che il tuo nuovo esperimento culinario non piaccia ai tuoi ospiti, non vuol dire che tu sia un disastro in cucina, o peggio ancora, in tutto quel che fai (e sei).
In pratica, un comportamento sbagliato non sottintende che lo sia anche la persona che lo compie: è il principio su cui si basa una critica costruttiva.
Pertanto, quando ti senti criticato, la prima cosa che puoi chiederti è se quella che stai ricevendo è una critica distruttiva o costruttiva. La seconda cosa, invece, te la racconto adesso.
Accogliere o lasciare andare?
Partiamo dalle critiche che possono tornarti utili, quelle costruttive. Accoglierle ha almeno due vantaggi:
ti permettono di scoprire cose su di te di cui altrimenti non ti saresti accorto, e di riflettere su possibilità e alternative che probabilmente non avevi considerato. Rappresentano un punto di vista differente dal tuo, che come tale può ampliare e arricchire la tua prospettiva.
sono un’occasione per conoscere l’impatto dei tuoi comportamenti sugli altri, imparare dal confronto e fare meglio in futuro grazie ad esso.
Diversamente dalle critiche distruttive, che portano con sé un messaggio denigrante: accoglierle potrebbe significare credere che quel messaggio sia affidabile – e, dunque, che tu sia davvero stupido, o qualsiasi altro giudizio attacchi il tuo modo di essere e il tuo valore. Invece, dinanzi a una critica di questo tipo, è importante riconoscere e ricordarti che tu non sei quella critica: solo così potrai lasciarla andare, perché in fondo non parla di te. Non trovi?
In conclusione, se stavi cercando il modo per diventare una persona superficiale e insensibile, perché questo permetterebbe di lasciarsi scivolare addosso qualsiasi critica, probabilmente ti sarai accorto che non sarebbe la soluzione al tuo problema, per almeno due motivi.
Perché richiederebbe di trasformarti in qualcun altro, da ipersensibile a (magicamente) gelido: irrealistico, no? E anche perché comporterebbe perdere la possibilità di accogliere tutte quelle opportunità di crescere e migliorarti che offrono i confronti costruttivi, basati su critiche sane, limpide, utili.
Al contrario, valutare quali critiche accogliere e usare, e quali invece lasciar andare, è il modo in cui puoi iniziare a gestire attivamente le critiche degli altri, invece di subirle fino a lasciartene sopraffare.
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